Oggi incontriamo Serena Elia, un’architetta ceramista e parleremo con lei dei laboratori di ceramica come strumento d’inclusione.
Serena, dal 2012, realizza laboratori di ceramica per bambini e ragazzi nello spettro autistico e con persone adulte con disagio emotivo e difficoltà cognitive.
Serena, perché hai iniziato la collaborazione con alcune associazioni per realizzare laboratori creativi di ceramica?
La creta è un materiale duttile che si trasforma nelle nostre mani, sotto nostri gesti. È autentico e potente mezzo per tirar fuori e portare alla luce nostri vissuti emotivi più profondi. Inoltre, favorisce l’espressione di idee ed emozioni che non si riescono a manifestare verbalmente.
La manipolazione è un diritto naturale che corrisponde al bisogno che tutti abbiamo di autoaffermazione e di lasciare un’impronta. Il valore sociale della manipolazione mette in risalto le caratteristiche originali e irripetibili di ogni individuo.
L’obiettivo dei laboratori di ceramica non è trasmettere un “mestiere”, ma far vivere un’esperienza sensoriale e di abilità motoria. Il piacere che si prova nel manipolare questo materiale si unisce alla soddisfazione di realizzare qualcosa di nuovo ed unico.
Secondo te, quali sono gli elementi importanti che rendono i laboratori di ceramica, uno strumento d’inclusione?
Il laboratorio di ceramica è un luogo di creatività e conoscenza, dove l’apprendimento avviene attraverso il fare e viene data importanza alla scoperta e alla sperimentazione. Non è centrale cosa si deciderà di produrre, ma il percorso della produzione.
È un’occasione per confrontarsi con il gruppo dando a tutti l’opportunità di portare avanti lavori in comune. È un posto dove l’errore è sempre modificabile e non deve diventare il pretesto per squalificare un risultato. Tutto ha una soluzione.
I partecipanti realizzando i loro manufatti, imparano qualcosa di molto più importante di una “tecnica” e toccano con mano il risultato del loro lavoro ottenuto attraverso un’ampia gamma di scelte. Tutte esperienze che accrescono l’autostima.
Come funziona la realizzazione di un laboratorio di ceramica, soprattutto in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità, infanzia o anche nelle scuole?
Di solito, si prevede un percorso minimo di 6 incontri, durante i quali vengono realizzati degli oggetti di ceramica a scelta tra i temi proposti. I partecipanti vengono coinvolti nell’intero processo ceramico: modellazione della creta, asciugatura, prima cottura, colorazione e vetrificazione con materiali specifici per la ceramica e seconda cottura. Il risultato del loro lavoro quando non viene lasciato a loro, spesso viene venduto nei mercatini per eventuali raccolte fondi o utilizzato per abbellire gli spazi.
I risultati sono sempre sorprendenti e soddisfacenti. Mi ricordo in particolare che L., un ragazzo di 16 anni, nello spettro autistico non verbale, partecipava all’attività apparentemente senza grande entusiasmo. Ma un giorno, durante la consegna dei lavori cotti, alla vista del suo manufatto, non solo lo ha riconosciuto, ma ha fatto un sorriso di inequivocabile soddisfazione! Non era mai successo!
Chi è Serena Elia
Mi chiamo Serena Elia e sono un’architetta ceramista.
Mi sono laureata in Architettura nel 2004 ed ho ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione nel 2005. Da allora esercito la libera professione, ma otto anni fa ho scoperto l’argilla e tutte le sue sfaccettature (il lato didattico, artistico, il design) ed è ormai diventata la mia occupazione principale.
Negli anni ho approfondito la didattica con i bambini sia dal lato teorico che pratico: ho partecipato a corsi di formazione specifici (Corso di Formazione con il Metodo Bruno Munari® per la ceramica – giugno 2020) ed ho organizzato laboratori creativi in numerose scuole dell’infanzia, primaria e media inferiore (2017-2020).
Ho condotto laboratori di manipolazione dell’argilla con bambini e ragazzi autistici (La Luna nel Grano e Cooperativa Valdocco) e con persone adulte con disagio emotivo e difficoltà cognitive (Cooperativa Valdocco, Cooperativa Chronos, Cooperativa Zenith).
Dal 2017 al 2019 ho collaborato con “Save the Children” conducendo dei laboratori di ceramica all’interno di un progetto contro la dispersione scolastica (“Fuoriclasse”).
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