Oggi incontriamo Claudio Guffanti. Parleremo con Claudio di Diversity Management come nuovo modello di business aziendale. Claudio è il fondatore di Unlimited Views, brand che si occupa di Diversità e Inclusione attraverso formazione, consulenza e coaching.
Claudio, ci racconti cosa ti ha spinto a creare Unlimited Views e di cosa ti occupi esattamente?
Unlimited Views è il risultato di un percorso che mi ha portato a comprendere il valore della diversità di punti di vista. Io stesso ho un percorso piuttosto “diverso” alle spalle: ho una laurea in ingegneria gestionale al Politecnico, 15 anni di marketing nel largo consumo e ho sempre coltivato la passione per il mondo delle risorse umane. Nel 2018, ho scoperto il coaching. In modo estremamente rapido, i miei anni di studi sui temi di diversità e inclusione in azienda prendono forma in un progetto concreto: inizio così ad occuparmi full-time di diversità e inclusione attraverso Unlimited Views, supportando le aziende come consulente, formatore e coach.
Prima di parlare di Diversity Management come nuovo modello di business aziendale, Claudio, raccontaci come interpreti la disabilità.
Credo che la definizione più corretta del termine sia quella proposta, ormai dieci anni fa, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha definito la disabilità come un’interazione incompatibile tra essere umano e ambiente o tra essere umano e altri esseri umani. In questo modo viene cancellata la definizione di disabilità quale semplice patologia o problema di salute individuale.
Pensate ad un padre single con un bimbo piccolo da cambiare. Nel bagno pubblico degli uomini, raramente c’è un fasciatoio. Un padre che non ha un fasciatoio in un bagno pubblico è un padre che – limitatamente a quella situazione – vive una disabilità, perché vive un’interazione con l’ambiente che in quella circostanza è incompatibile.
La diversità in azienda
Da un punto di vista aziendale questa nuova concezione di disabilità e diversità allarga la prospettiva e ci fa riflettere sul tema dell’accessibilità, con cui s’intende la possibilità per un individuo di accedere a prodotti, servizi o esperienze in modo pieno e gratificante, in una cornice di parità ed inclusione.
Parlando di uguaglianza e parità, ci puoi dare una definizione di Diversity Management?
Il Diversity Management è la disciplina che si occupa di promuovere il trittico DEI in azienda. DEI è l’acronimo per: Diversity (diversità); Equality (uguaglianza/parità) ed Inclusion (inclusione).
Il Diversity management rappresenta l’insieme di politiche, strategie e attività che ha l’obiettivo di promuovere e includere le “diversità” all’interno di un’azienda. Il Diversity Management è diventato negli anni un ramo importante all’interno delle risorse umane. A volte viene identificata una funzione aziendale a sé stante, con a capo un Diversity Director o un Chief Diversity Officer.
Puoi farci un esempio concreto del valore rappresentato dalla diversità?
Un esempio interessante riguarda la fase di selezione. Per rendere un processo di selezione più oggettivo e non viziato da pregiudizi, vengono scelte come head hunter (reclutatori) persone non vedenti. Un head hunter non vedente non giudica l’aspetto fisico e questo previene la possibilità di essere condizionati dai pregiudizi nelle scelte. Inoltre, una caratteristica che è comunemente considerata uno svantaggio (la cecità) si trasforma in un talento.
Quali sono i vantaggi che apporta alle aziende il Diversity Management?
I vantaggi del Diversity Management come nuovo modello di business aziendale sono principalmente due.
Innanzitutto, la presenza in azienda di persone che vivono una diversità o una disabilità permette di riflettere meglio il mercato, i bisogni dei clienti ed in generale della società. Per questo, è utile includere prospettive differenti nello sviluppo di nuove strategie per meglio rispondere ai bisogni del mercato.
In secondo luogo – e forse questo è meno valorizzato – le persone che vivono la diversità, e la disabilità in particolare, sono persone che hanno trovato nella loro vita modi alternativi e strade diverse per raggiungere ciò che tanti altri hanno ottenuto senza fatica. Questo, rende le persone allenate a sperimentare, creare e innovare. Ci sono diversi studi che dimostrano come le aziende che investono di più in diversità e inclusione abbiano poi un impatto diretto positivo sulla performance di un’azienda.
Sulla base delle tue esperienze, cosa possono fare le imprese per un approccio aziendale inclusivo?
Il primo passo è il cambio di prospettiva sulla diversità. La diversità è una condizione che riguarda tutti. Ti racconto un aneddoto.
Quando YouTube ha lanciato l’app per gli smartphone, ci si è resi presto conto, che il 10% dei video venivano caricati al contrario, semplicemente perché nessuno aveva considerato che i mancini registrano i video con la mano sinistra, e quindi i file video erano capovolti. E i mancini costituiscono il 10% della popolazione mondiale.
Accade spesso che gli elementi condivisi dalla maggioranza o da un numero maggiore di persone sono considerati arbitrariamente quelli “corretti “ o “normali”. Per questo, un passo indispensabile per portare con successo progetti di Diversity & Inclusion nelle aziende è comprendere che la diversità non è un “problema” degli altri. Solo allora si è consapevoli che la diversità riguarda tutti noi e costituisce la vera ricchezza di un’azienda.
Il secondo passo è rendere le persone consapevoli dei propri pregiudizi consci ed inconsci e lavorare su delle misure concrete per rendere l’inclusione realmente integrata nella cultura aziendale.
Una prima azione per affrontare la diversità in azienda è la formazione che metta tutti a conoscenza di cosa significano diversità ed inclusione. Tuttavia, l’errore più comune che un azienda commette è accontentarsi di una formazione, con la convinzione che in questo modo il tema dell’inclusione sia “risolto”.
La diversità è un tema complesso ed includerla implica scardinare delle convinzioni e dei pregiudizi che si sono rafforzati di generazione in generazione. Per esempio, con il diversity coaching si supportano individui, team e organizzazioni a identificare comportamenti oppressivi e a costruire una cultura realmente inclusiva. Pertanto, si lavora, supportando i leader di varie funzioni aziendali sull’accoglienza e l’inclusione della diversità in azienda.
Non ultimo, il marketing è necessario per far conoscere la diversità e includerla con tutte le opportunità che offre. È importante sviluppare prodotti e servizi che rispondono a bisogni differenti di persone con abilità differenti. Queste innovazioni e intuizioni devono essere comunicate ai consumatori in modo autentico, e ciò è possibile solo con una corretta strategia di marketing.